Metodo di analisi scientifica basato sul confronto di
fenomeni analoghi appartenenti a epoche o ad aree geografiche diverse, impiegato
soprattutto negli studi sociologici ed etnologici. Esso affonda le proprie
radici nei nuovi metodi di ricerca adottati dalla cultura rinascimentale,
ponendosi al centro della cultura illuministica del XVIII sec. Andò
affermandosi nel corso del XIX sec. sotto l'influenza delle nuove idee
positivistiche e fu adottato soprattutto nell'ambito delle scienze sociali,
divenendo un procedimento comunemente accettato in pressoché tutti i rami
degli studi sociali. Il
m.c. tende a risalire dal particolare
all'universale, cercando di cogliere le caratteristiche presenti, sotto forme
diverse, in tutte le società umane. Fu introdotto da H. Spencer, secondo
cui lo studio della realtà sociale deve imperniarsi sulle istituzioni, i
controlli, le strutture sociali. Il
m.c. andò diffondendosi
nell'ultimo venticinquennio del XIX sec. e fu impiegato soprattutto nell'ambito
degli studi di antropologia sociale e spesso associato al "metodo storico",
tendendo a ricavare dalle storie particolari di ciascun popolo gli elementi
comuni, la base unitaria e le fasi di svolgimento. Nei paesi anglosassoni
andò sviluppandosi un'antropologia sociale e culturale che, partendo
dalle acquisizioni etnografiche ed etnologiche, tendeva a scoprire le
proprietà generali, caratteristiche di ogni società. Primo a
servirsi con un certo rigore del metodo fu l'antropologo inglese E. Taylor che
si servì ampiamente delle correlazioni statistiche. Fu poi adottato da
J.G. Frazer che raccolse, per mezzo di questionari, molti dati, convinto che si
sarebbe potuto dedurre, dai particolari distinti di diverse società,
l'immagine di una società primitiva generale. Il lavoro di Frazer
è stato poi criticato da antropologi posteriori, impegnati nello studio
intensivo di determinate società. Il lavoro di Frazer e il metodo da lui
applicato ha avuto comunque grande importanza per lo sviluppo dell'antropologia
sociale. Tra l'altro, egli riuscì a stabilire la relazione universale che
hanno le religioni primitive con la fertilità. Il metodo fu applicato da
Van Gennep per lo studio delle varie forme rituali, evidenziando la tendenza
universale ad accompagnare con rituali le tappe che segnano un mutamento nello
status sociale di una persona. Il
m.c. è stato
successivamente applicato da studiosi quali Radcliffe-Brown, I. Shapera, M.
Gluckman, partendo dalla comparazione di diverse forme delle vita sociale;
sistemi politici, parentela e matrimonio, rituale, credenze magiche,
ecc.